martedì 15 marzo 2011

In una generazione in cui il "ti voglio bene" è una moda, io mi sento esclusa

Condividere questo titolo su facebook.
Uscire.
Tornare la mattina dopo.
Trovare "nooo io ti voglio bene" (apprezzato dalla persona in questione, per carità, ma .... ).
Rileggere.
Rileggere (devo aver per forza letto male).
Rileggere (prendere consapevolezza di aver letto bene).
.
.
.
Piangere.
Chiudere facebook.
Deprimersi.

Questo è ciò che è accaduto questa mattina. Mi chiedo se il significato del messaggio in questione fosse complesso. Non mi pare a dire il vero. Cioè.. ne sono quasi convinta.
Ad ogni modo ciò ha riconfermato quello che mi creava dispiacere. Il "ti voglio bene" non è più un desiderio di comunicare affetto alle persone che sono importanti.
E' una moda e basta (ci sarebbe molto da parlare anche sul "ti amo", ma quello mi crea traumi troppo forti per esprimermi). Sono parole che si dicono a chiunque, dopo il "piacere, mi chiamo........" .

Preferisco la mia associalità che tutto questo falso affetto.

Stop.

=V=

4 commenti:

  1. "Condividere questo titolo su facebook.
    Uscire.
    Tornare la mattina dopo.
    Trovare "nooo io ti voglio bene" (apprezzato dalla persona in questione, per carità, ma .... ).
    Rileggere.
    Rileggere (devo aver per forza letto male).
    Rileggere (prendere consapevolezza di aver letto bene).
    .
    .
    .
    Piangere.
    Chiudere facebook.
    Deprimersi."

    geniale.

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=nIhUfnhhv_E

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