mercoledì 6 luglio 2011

Latitando verso sud

Salve popolo!
Vane ed io ci scusiamo per la prolungata assenza ma in questi giorni lei per una cosa ed io per un'altra, entrambe torniamo a casa solo per dormire.
Infatti, avedo attualmente da fare vi spiattello una cosa che scrissi diverso tempo fa (circa 4 anni).

L'EREMITA
Tanto tempo fa, in una terra non lontana dalla nostra, viveva un vecchio eremita.
Pochi riuscivano a vedere la profonda solitudine e la tristezza presenti nell’azzurro dei suoi occhi, e il candore dell’anziana pelle. Ma a lui non importava. Era solo. La presenza umana lo spaventava. Aveva sofferto troppo quando era in mezzo alla gente. Il mondo era corrotto e la solitudine l’unico modo per fuggire. Nella sua spoglia capanna di legno era possibile trovare lo stretto indispensabile: poca carne di cacciagione, qualche bottiglia di vino invecchiato, un piccolo tavolo di legno, delle sedie e un caminetto. Su di esso c’erano due fotografie. In una era raffigurata una donna, bella, il vento muoveva i suoi lunghi capelli neri, che tuttavia, non riuscivano a coprire quei due grandi occhi verdi. Lei era seduta su un soffice manto di neve..e sorrideva, ignara di ciò che gli sarebbe successo la sera. Nell’altra foto c’era un paesaggio primaverile. Una bambina dai biondi capelli giocava sull’altalena, il suo volto mostrava perfettamente tutta l’innocenza dell’infanzia.
Il vecchio passava ore ad osservare le foto, a ricordare i tempi in cui era un marito ed un padre felice. "Grande Felicità, così fragile, così vana…così perfetta" pensava.
Era una gelida notte invernale. Il 24 dicembre. La vigilia di Natale. Ricorrenza in cui è quasi obbligatorio essere felici insieme alla propria famiglia, ma cosa succede quando le persone più importanti della propria vita non ci sono più? Se il giorno della nascita di un bambino ti ricorda la morte?
Cosa si prova a passare trenta natali in completa solitudine? Trent’anni di non vita. Trent’anni da eremita. Il cuore di un uomo non regge più il peso. Il suicidio diventa una soluzione. L’unica via di fuga. L’unico modo d’essere felici. Così il vecchio festeggiò. Festeggiò l’anniversario della morte della sua famiglia. Festeggiò il suo nuovo inizio. Da quel giorno la casa dell’eremita divenne ancora più fredda.

Scusate ma non ho trovato nulla di più allegro :P .
Mi congedo.
-E-

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