sabato 10 dicembre 2011

Prenotazione prematurata senza remore o lamenti

Salve popolo!
nel mio latitare sono contenta e felici oggi d'avere un argomento che ho riciclato da una sottospecie di recensione/compitino in classe fatto in 10 minuti.

Quindi Ecco a voi un meraviglioso (per me) Contro+C Control+V

Sulle note del Wagneriano Preludio de “Tristan und Isolde” si aprono gli occhi di una giovane donna; Un'altra porta in braccio il suo bambino, ma le gambe le sprofondano nella terra di un campo da golf; ; Dal cielo cadono uccelli morti; Un pianeta blu inghiotte la Terra. Con questo drammatico inizio, enfatizzato dall'effetto rallenty, si apre (e si chiude) “Melancholia” (2011, Danimarca), l'ultimo gioiello di Lars Von Trier.

Il senso materno spinge Claire (Charlotte Gainsbourg) ad ospitare la sorella Justine (Kirsten Dust), in forte crisi depressiva, nella sua villa sul mare.
Mentre si svolge questa piccola catastrofe familiare tutto il mondo scientifico è eccitato per il passaggio del pianeta Melancholia vicino alla Terra. Più si avvicina il giorno del massimo avvicinamento più il rapporto fra le due si inverte, fino al momento della collisione, quando avverrà il completo ribaltamento dei ruoli.

Lars Von Trier con l'aiuto delle due protagoniste e Brady Corbet (interpretante Leo, il figlio di Claire) va controcorrente rispetto al genere catastrofico (vedi pellicole come “2012” e “The day after Tomorrow”) trasportando la catastrofe mondiale sul piano intimo familiare. Fin dall'inizio non ci illude del lieto fine, come a ribadire l'ineluttabilità degli eventi.


Mi congedo.

-E-

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